“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti e io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare”. (Bertolt Brecht)

giovedì 19 aprile 2012

lunedì 14 novembre 2011

PIANTA UN ALBERO PER RISPARMIARE IL CO2

Dal Blog di Tomaso

Una bellissima iniziativa
Un albero neutralizza le emissioni di CO2 del tuo blog, per 50 anni! Come mostra il conto sopra indicato, il tuo blog produce almeno 3,6kg di CO2 l'anno, un albero ne elimina 5 e vive in media 50 anni! Aiutandoci a piantarne uno, insomma, puoi continuare a scrivere sul tuo blog per il prossimo mezzo secolo!

DA CONDIVIDERE .....
il link per partecipare

domenica 13 novembre 2011

DIMISSIONATO ... e preso a monetine



Berlusconi ha rassegnato le dimissioni
la folla urla "buffone" e lancia monetine
Pdl, sì a Monti. Letta: faccio passo indietro

Berlusconi ha rassegnato le dimissioni la folla urla "buffone" e lancia monetine Pdl, sì a Monti. Letta: faccio passo indietroGiorgio Napolitano e Mario Monti

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è dimesso durante un colloquio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Domani le consultazioni e l'incarico, con tutta probabilità già in serata, a Mario Monti. Come d'accordo, il premier si è recato al Colle dopo l'approvazione in via definitiva della legge di stabilità, che il Quirinale ha già promulgato. Il provvedimento contiene il maxiemendamento del governo con le misure chieste dall'Ue. L'ufficio di presidenza del Pdl ha deciso all'unanimità il via libera al governo tecnico di Mario Monti.Scatta il totoministri, il Pdl vorrebbe Letta vicepremier ma la sinistra dice no. E lui annuncia a Napolitano: "Non voglio costituire ostacolo". Incontro di due ore tra Silvio Berlusconi e Mario Monti. Contestazioni e festeggiamenti fuori dai palazzi del potere (TUTTI I VIDEO). Obama: positivi cambi governi Grecia e Italia
(Repubblica)
F I N A L M E N T E F I N A L M E N T E F I N A L M E N T E F I N A L M E N T E F I N A L M E N T E


martedì 6 settembre 2011

Casta: insulti al parlamentare leghista Massimo Bitonci


Il parlamentare Massimo Bitonci "aggredito" verbalmente da alcuni cittadini di un presidio ad oltranza. Il deputato padovano si ferma per più di dieci minuti a cercare di parlare con il gruppo di persone furiose per gli sprechi della casta.

Il cittadino infuriato gli porta l'esempio del primo Presidente della Repubblica, Capo Provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola che rinunciò al suo stipendio per onore nei confronti degli elettori ed indossava il paltò al contrario perchè era troppo lacero dal lato giusto ... glielo chiede insistentemente ma il parlamentare leghista glissa e fa finta di non sentire ...

Ma lo sanno i leghisti chi era e da dove veniva Enrico De Nicola? Un uomo del sud , nato a napoli e morto a Torre del Greco

Imparate ominidi verdi, vi siete venduti al diavolo e siete diventati peggio degli altri.
Avete sempre mentito ... la gente, quella che vi votava sta aprendo gli occhi.
Non siete altro che i soliti politicanti da strapazzo.
La secessione il popolo la sta facendo da voi, dalla vostra ingordigia e dalla vostra incapacità... ditelo al vostro capo, il dito medio se lo ficcasse negli occhi(per non dire altro) ...

venerdì 29 luglio 2011

I politici italiani sono i peggiori e i più pagati d'Europa

Una teoria studiata in modo matematico dall'economista Antonio Merlo



Italia soffocata dalla Casta

Merlo: “Non bastano i tagli, serve una rivoluzione”

Intervistato dal Fattoquotidiano.it, l’economista che ha scoperto la formula della mediocrazia non usa mezzi termini: “I tagli annunciati dal governo sono un contentino, qui serve una rivoluzione istituzionale che un governo delegittimato come quello attuale non farà mai”. Lo dice anche la matematicaL’Italia è una Repubblica fondata sulla mediocrità, una “mediocracy”. E’ un sistema di rappresentanza che premia sistematicamente i peggiori, neutralizza le spinte al cambiamento, seleziona e premia i rappresentati in funzione della fedeltà al capo o al partito e trasforma i rappresentati in eterni sconfitti. E’ la legge fondamentale della Casta, un blocco di potere che usa le istituzioni per riprodurre e mantenere se stesso, massimizzando i propri benefici personali e non l’interesse nazionale. Antonio Merlo, direttore del dipartimento di Economia della Pennsylvania University è riuscito a trascrivere questi concetti in una formula matematica complessa che aggiunge al dibattito sulla casta parametri e valori che appartengono al mondo rigoroso e definitivo dei numeri, non a quello variegato e influenzabile delle opinioni.
Perché usare la matematica per studiare la casta?“In realtà io volevo capire come si formano le carriere dei parlamentari italiani applicando le stesse nozioni che si usano in economia per studiare i comportamenti e le regole dei gruppi di lavoro di qualsiasi settore. E la matematica ci dice che in Italia gli incentivi a intraprendere una carriera politica sono cambiati tra la prima e la seconda Repubblica: oggi portano in parlamento una ceto politico qualitativamente peggiore del passato. Perché nella mediocracy si punta a candidare non chi assicura le migliori performance all’elettore ma all’organizzazione che li ha nominati, in altre parole non conta quanto sei bravo e apprezzato ma quanto sei disposto a tenere in vita il sistema. La matematica può rappresentare e riprodurre questo concetto complesso con il rigore dei numeri, senza il rischio delle deviazioni e delle variabili tipiche del linguaggio discorsivo e della dialettica politica”.Ma quel’è il meccanismo alla base della mediocrazia?“A differenza di quanto avviene nelle imprese di mercato l’incentivo è differito nel tempo e nella quantità. In pratica chi lavora per i partiti non viene ricompensato a dovere e nell’immediato per il suo impegno ma con una promessa tacita o esplicita di una carica elettiva o di una poltrona (di cui si è certi) e ben retribuita. Un congruo indennizzo alla fedeltà. Questo incentivo determina una selezione della classe dirigente di basso profilo che non è funzionale al Paese ma al partito che vota compatta per sostenerlo. Non a caso abbiamo il record di parlamentari non laureati ma gli stipendi più alti di sempre. Non a caso assistiamo a leggi vergognose per qualunque altro cittadino. L’Italia oggi è la regina indiscussa della mediocrazia che è la legge di equilibrio che tiene insieme il sistema della Seconda Repubblica, quella in cui governano i mediocri”.Tagli agli stipendi, dimezzamento dei parlamentari. Forse siamo a una svolta…“Alcune voci della bozza Calderoli sono condivisibili ma è forte il rischio che restino annunci o misure di facciata senza alcuna speranza di incidere sulla realtà. Mi spiego. L’Italia ha un duplice problema. E’ una mediocrazia e quindi ha tutti i difetti della casta al potere, con persone mediocri chiamate a decidere sulle leggi. Proprio per questo sono poche le speranze di un’azione riformatrice davvero efficace. La bozza non tocca il cuore del problema ma lo copre dietro a degli annunci ad effetto”.Perché non crede agli annunciati tagli?“Perché non c’è una volontà politica seria di metterli in pratica subito e con rigore come si vuole far pensare sull’onda emotiva dell’antipolitica. Lo dicono le date del provvedimento che si vuole approvare a giorni. Al di là del merito dei singoli tagli, gli interventi sono stati differiti deliberatamente alla prossima legislatura. In quella attuale non cambia nulla. I parlamentari si tengono i loro privilegi e questa scelta indica in realtà la volontà di incentivare il più possibile la durata del governo in carica, senza incidenti d’aula e con il voto compatto anche i fronte a provvedimenti che per qualsiasi cittadino di buon senso sarebbero inaccettabili”.Cosa bisognerebbe fare per avere una moderna democracy?“Bisognerebbe che la attuale classe dirigente facesse un passo indietro o i cittadini elettori uno in avanti. Una strada potrebbe essere quella di una costituente che richiami intorno a un tavolo le forze politiche, i giuristi, gli economisti insomma il meglio del Paese per coglierne i segnali e ridisegnare le strutture della democrazia a partire dai meccanismi di selezione della classe politica. Un sistema proporzionale uninominale toglierebbe ai partiti la certezza di governare e rischiando di perdere anche per un solo voto si troverebbero incentivati a candidare le personalità migliori e non degli yesman”.Ma se questa è la mediocracy all’italiana, Berlusconi chi è?“Lui è una star. Sulle sue doti non ci sono dubbi. Ma da un punto di vista strettamente analitico manca delle qualità necessarie a un leader per rispondere ai bisogni dei suoi cittadini. Non ha l’onestà, la conoscenza e il rispetto delle istituzioni e della politica. Ha massimizzato gli effetti negativi della mediocracy creando un intero Parlamento di eletti di scarso valore che, in quanto tali, lo seguono e votano a prescindere dall’interesse nazionale e dei loro elettori”.Che funzione svolgono in una mediocrazia i faccendieri e i corrotti d’Italia?“I lobbisti ci sono sempre stati. Ci sono anche negli Usa dover però sono sottoposti a regole ferree, hanno perfino un albo e se sgarri vai in galera. In Italia il lobbista è funzionale a ricomporre quella asimmetria non limpida tra i meccanismi e le richieste dell’economia reale e quelli della politica che funziona allo stesso modo ma ha sostituito al compenso in denaro l’assegnazione di cariche elettive e benefici. E’ un sistema premiale di favori che sfugge al controllo, fa lievitare i costi della politica e svolge una funzione di stampella a un sistema vecchio e malato”.Ma la mediocracy è arrivata al tramonto o può ancora peggiorare?“Non direi. La democrazia rappresentativa corre un rischio altissimo perché è al centro di due opposte tendenze. Quella del Paese che chiede di cambiare le regole e la qualità della classe politica e la classe politica di governo che segue gli incentivi utili a resistere al cambiamento, a garantire ad ogni costo la durata massima della legislatura. Questo spiega perché il Paese è in crisi ma i parlamentari non rinunciano a guadagnare più di tutti i colleghi europei e americani. Che i giudici vogliano punire corrotti e corruttori ma gli “yesman” della mediocracy si adoperino sistematicamente per propria totale impunità”.Antonio Merlo è professore di Economia e Direttore del Dipartimento di Economia alla University of Pennsylvania. Ha una laurea in Discipline Economiche e Sociali dall’Universita’ Bocconi e un dottorato in Economia dalla New York University. Il Professor Merlo e’ un esperto di economia pubblica, politica economica e economia della politica. Ha pubblicato numerosi lavori sulle carriere dei politici, la formazione e dissoluzione dei governi, e lo studio del sistema politico come settore dell’economia.Un vecchio detto afferma che "il pesce puzza dalla testa",ma il corpo,ovvero il popolo sovrano non è nient'altro che lo specchio dell'attuale classe dirigente,il bacino da cui può attingere risulta diffusamente pieno di opportunisti dediti agli affari,senza alcun scrupolo e per nulla interessato al rispetto sociale.In un bacino del genere non può risultare sorprendente di osservare quotidianamente,il fallimento d'un intero paese,causato dal popolo sovrano rappresentato degnamente dal "fior fiore" dello stesso.....

lunedì 27 giugno 2011

“Rifiuti da respirare”,I BAMBINI SI STANNO AMMALANDO ...

APPELLO


“Rifiuti da respirare”, titolava Leggo un paio di settimane fa. Perchè è proprio questa l’emergenza napoletana più concreta. Nell’ultimo mese, da quando cioè si è aggravata la situazione dei rifiuti abbandonati per le strade, si è registrato un aumento del 10-20% delle patologie respiratorie tra i bambini. E la causa - affermano chiaramente i pediatri che stanno monitorando da oltre un anno la scena partenopea - è da ricercarsi nei roghi di immondizia. Chi li respira, si ammala. Ma anche chi inala i fetori dei sacchetti marciti al sole non sta certo meglio.
Per definirla con un termine da otorini, Napoli è un gigantesco aerosol di rifiuti e virus.
Da salvare ci sono soprattutto loro, i bambini: sono quelli più esposti, più a contatto con i cumuli durante passeggiate e partite di pallone.(LEGGO)
E' stato indagato Caldoro, lui si difende e minaccia di dimettersi.
Ora non ci interessa di chi è la colpa. Sarà la magistratura a indagare e condannare.
Spero si troveranno i responsabili ... e che PAGHERANNO CON LA GALERA.
Ma ora BISOGNA RISOLVERE IL PROBLEMA ... per i BAMBINI SOPRATTUTTO.
Bestie,di qualunque territorio e di qualsiasi colore siete, ma ce l'avete un cuore?
E se quelli fossero vostri figli?
Ma come si fa a poggiare la testa sul cuscino e dormire la notte ... avendo lasciato bambini esposti a simili pericoli?
Non ce l'ho solo con una parte, ma con tutti coloro che possono decidere e non lo fanno solo per propaganda politica. VERGOGNA... peggio della vergogna di chi ha ridotto Napoli una polveriera.
Interessante leggere ...

Quando Milano era Napoli, e i rifiuti se li prese Bersani

(clicca sul titolo per leggere)

C'è bisogno di un tam tam ...pubblicate questo appello sui vostri blog, sui forum , dove ritenete possa essere UTILE!

venerdì 17 giugno 2011

Il "ministro" brunetta (superflua la lettera maiuscola)

IL CASO

Silvia, due lauree e tre lingue
"Brunetta voleva che lavorassi gratis"

La storia di una 28enne: "Sono stata contattata dall'ufficio stampa del ministero. Sono andata al colloquio, mi hanno proposto uno stage non retribuito: ho detto di no. Che fastidio oggi le sue parole"

di ROSARIO DI RAIMONDO

"Vorrei ricordare a Brunetta che proprio un anno fa lo staff del suo ufficio stampa contattò una laureata a pieni voti per proporle uno stage di sei mesi gratis. Quella laureata ero io". Silvia, 28 anni, romana, un titolo in Comunicazione d'impresa alla "Sapienza", proprio non le digerisce le parole del ministro. "Erano addirittura rincuorati del fatto che abitassi a Roma con i miei genitori, in modo che non pesasse l'assenza dello stipendio. Sono i precari a essere i peggiori?"

Giugno 2010. Silvia, lavora da un anno per una società di comunicazione, ed è iscritta ad Almalaurea, il consorzio che mette in contatto studenti e aziende. "All'ufficio stampa del ministero della Pubblica amministrazione è arrivato il mio curriculum, e mi hanno chiamata. Avrei dovuto sostenere un colloquio per uno stage part-time".

Due lauree con lode, conoscenza di tre lingue, più di un anno trascorso a Parigi grazie a progetti come l'Erasmus e il Leonardo ("In Francia godevo di rimborsi sull'affitto che pagavo, l'università era gratuita, lì gli studenti hanno mille agevolazioni economiche"): è questo il biglietto da visita che presenta all'arrivo nella sede del ministero della Pubblica amministrazione e l'innovazione, dove ad accoglierla c'è lo staff dell'ufficio stampa del ministro.

"Mi fanno parlare del mio lavoro, dei miei studi, mi dicono che sembro come una persona ambiziosa e dinamica. Mi spiegano che il part-time è costituito in turni, dalle 8 alle 14 o dalle 14 alle 20 (molto più delle "classiche" 4 ore). Mi specificano che non è previsto alcun compenso economico, né rimborsi spese, né possibilità di inserimento. Avrei dovuto iniziare a luglio e finire a gennaio!".

Silvia lascia il segno a Palazzo Vidoni, e dopo il classico "Le faremo sapere" viene richiamata la settimana successiva: è stata selezionata. "La cosa mi ha lasciata un po' spiazzata. Per qualche giorno ho avuto il dubbio che potessi perdere un'occasione importante, non tanto per il ruolo in sé ma per il network che potevo crearmi lavorando. Poi ho rifiutato: oggi sono un account executive nella stessa agenzia che mi ha contattata dopo la laurea. Ho un contratto regolare, sono soddisfatta".

"Però... - aggiunge Silvia, prima di salutare con gentilezza e scappare a lavoro - che fastidio le parole del ministro. Che rabbia per questa continua arroganza con cui si ignorano i principali problemi che viviamo soprattutto noi ragazzi italiani".(Repubblica di Bologna)

*************

Pochi giorni seguivo una trasmissione televisiva su La7 condotta da Lilly Gruber e ospite renato brunetta (sempre superflue le maiuscole ... mi prendo la licenza "disortografica"):DDD ...si discuteva di disoccupazione e,ergo di precari. A fine trasmissione, mi ha colpito , non tanto quello che diceva, ma il suo ghigno orribile mentre diceva : A volte incontro qualche mamma che mi dice, mio figlio è bravo ma non riesce a trovare lavoro ... a queste persone si deve rispondere ... lo mandi alle 5 del mattino presto ai mercati generali a scaricare cassette della frutta.E con quel suo rivoltante ghigno beffardo si concludeva la trasmissione.

Ora, non è che lavorare ai mercati generali non sia dignitoso, ci mancherebbe, il lavoro purchè onesto è sempre da rispettare.

Ma sia modo di come tratta la gente che le parole e i toni di questo "personaggio" non mi piacciono per nulla ...sento all'interno di queste espressioni , quasi tocco con mano un disprezzo per i giovani e per le persone in genere , come se queste gli dessero fastidio con i loro problemi e la loro precarietà. Come dire, intralciano il suo alter ego.

Ma brunetta prima di entrare all'università( senza concorso ma con i soliti metodi pur se legali) e poi,prima di buttarsi in politica ... insomma ha lavorato ai mercati generali?

È ov ov ovvio! Ovvio! Ovvio! Ovvio! Ovvio! Ovvio! È così! È così! È così! È così! È così! Protestate pure ma è così! È così! È così! Se non vogliamo se non vogliamo... riconoscere... la realtà... allora: è così. Quote rosso2.png

~ Discorso storico di Renato Brunetta

(Da noenciclopedia)

domenica 5 giugno 2011

Pericle - Discorso agli ateniesi (461 A. C.)

I NAPOLETANI ED I MILANESI ...FANNO COSI'...



Questo è un discorso di 2500 anni fa!Sembra strano che 2500 anni fa ,nell’antica Grecia, avessero un concetto di democrazia più sviluppato del nostro! Devo constatare purtroppo,che, la disperata ricerca del profitto ha portato gli essere umani a non sviluppare le proprie potenzialità a livello umano!
Discorso di Pericle agli ateniesi nel 461 sulla Democrazia, tratto da La guerra del Peloponneso di Tucidide :


”Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ora mi chiedo dove stiamo andando?
NAPOLI E MILANO ... CHE SIA L'INIZIO?





domenica 29 maggio 2011

Comizio finale di De Magistris e "Bella Ciao" - Napoli, Rotonda Diaz (27...


Cmq vada LI ABBIAMO SCASSATI
Il vento è CAMBIATO!

FORZA NAPOLI ...LIBERIAMOCI



UN GRANDE PENSIERO ANCHE A MILANO....
MILANESI RIPRENDETEVI LA CITTA'....

sabato 28 maggio 2011


MEGLIO SENZA CERVELLO
CHE AVERLO ALL' AMMASSO BERLUSCONIANO!!!

mercoledì 11 maggio 2011

SENZA PAROLE!!!

POVERI PARLAMENTARI!!
E' del 2008 ... ma fa schifo lo stesso...

lunedì 2 maggio 2011

NON C' E' I MAGGIO senza BELLA CIAO



Bella Ciao ! Da sempre il canto che unisce al grido di LIBERTA'.
Oggi più che mai non solo dobbiamo continuare a GRIDARE ma dobbiamo GRIDARE DIFENDENDO i DIRITTI... calpestati, derisi, CANCELLATI.
Ma non è continuando a "frignare" a lamentare, a denunciare che risolviamo i problemi.
Il tempo delle denunce, delle sorprese , delle arrabbiature non paga più, sembra finito.
Io credo che l' origine di tutte le negatività che affliggono il mondo del lavoro vadano cercate all'interno del mondo lavorativo stesso.
Tutti o quasi accettano i ricatti, tutti o quasi si piegano. Certo il periodo è tragico, non si può rifiutare un giorno di lavoro.
Ma non erano tragici i giorni del dopoguerra? Non sono stati tragici i periodi degli anni 60 e 70?
Eppure allora c'è stato un forte braccio di ferro per la dignità della persona e del suo lavoro.
Oggi invece si chiede( sarebbe più corretto dire si ordina) ad un lavoratore di LAVORARE il 1° maggio per l'intera giornata perchè il principale ha deciso di tenere il negozio aperto giacchè l'economia non gira se si tiene chiuso l'esercizio per quel giorno.
E il lavoratore non fa una piega. SI RENDE SUBITO DISPONIBILE. Perchè?
Perche se non lo fa rischia poi di essere licenziato alla prima occasione ... tanto il datore di lavoro non faticherà granchè a trovare un sostituto .
La legge non tutela più come avveniva fino a pochi anni fa. La miriade di contratti atipici ha ucciso oltre il lavoro, la dignità e tutta l'essenza della persona.
Ascoltate queste parole, per me, pienamente condivisibili.

Adriano Sofri, Il valore del Primo maggio

E, ironicamente, c'è anche dell'altro... non meno trascurabile.


Questo purtroppo è la cultura che si sta diffondendo. E quel che è peggio è che questa mentalità viene avallata, propagandata e diffusa a piene mani da una parte delle istituzioni.
Si fa carriera politica, televisiva e spettacolo in genere, ma anche negli uffici, nelle università , nelle aziende ... con armi a dir poco superficiali o meglio trasversali dal fisico prorompente alla disponibilità. Merito e meritocrazia non contano quasi più.
Certamente non è sempre così e non tutte le donne di bella presenza sono in vendita.
Ma il "seme" è stato gettato ...
Io spero tanto di esagerare e di sbagliare...
Ma questo clima che si sta creando, non mi piace per niente

venerdì 25 marzo 2011

La bambina che zittì il mondo per sei minuti

Questo link mi è stato segnalato da un'amica(MAC) conosciuta in un forum di discussione, ve lo sottopongo anche a voi, se volete potete farlo girare.
DOBBIAMO DAVVERO RIFLETTERE TUTTI INSIEME, cittadini e istituzioni.

di lasciatemipostare.tumbir.com - 21 marzo 2011
Video di Seven Suzuki, all'età di 12 anni, al Vertice della Terra a Rio de Janeiro

Seven Suzuki è una attivista ambientale, speaker, conduttrice televisiva e autrice canadese.
Nel 1992 era una bambina. Una bambina senza il timore per le conseguenze delle proprie azioni che un adulto può avere, quindi più libera e più portata a dire la verità. A svelare il segreto del re, che è evidentemente nudo. All’età di nove anni, invece di limitarsi a giocare, come tutti i ragazzini della sua età, Seven ha fondato l’Environmental Children’s Organization (ECO), un gruppo di bambini interessato a sensibilizzare i propri coetanei verso le problematiche ambientali.

Nel 1992, all’età di 12 anni, Cullis-Suzuki raccolse fondi sufficienti per partecipare al Vertice della Terra a Rio de Janeiro. Seven non le manda a dire, non importa che il palcoscenico sia composto addirittura dai delegati delle Nazioni Unite. Seven era arrabbiata con i grandi, con i potenti che stanno rovinando il mondo, quel mondo nel quale lei e i suoi piccoli amici avrebbero dovuto vivere e ricevere in eredità.

Ma ce l’aveva anche con ciascuno di noi, noi che siamo troppo abituati a pulirci la coscienza mandando un SMS per qualche causa benefica, ma che poi siamo follemente egoisti per tutto il resto e adottiamo uno stile di vita insostenibile per il nostro pianeta. Le sue parole sono dirette, potenti, meravigliose, colpiscono al cuore.
E pensare che da allora, in quasi vent’anni, la situazione è ancora peggiorata.

domenica 20 marzo 2011

CARO NORD

Caro Nord

Giuseppe Quartucci

come cittadino del Sud di questa Italia, dopo le ultime sparate dei tuoi rappresentanti politici leghisti sulle gabbie salariali, sulla presunta maggiore ignoranza degli studenti del Sud rispetto ai tuoi, sulla presunta superiorità dell’homo padanus (?), sui cori razzisti di Pontida contro i napoletani “sporchi”, sul Sud piagnone ed incapace, voglio ringraziarti.
Si, ti devo ringraziare perché ci hai sedotto per 150 anni con le sirene del mitico Nord bravo, onesto ed operoso dove tutto funziona, dove tutto è legale, dove non c’è mafia, camorra, ‘ndrangheta o sacra corona unita. Un Nord che ha perfino abbracciato il Sud per liberarlo dal “tiranno” Borbone e consegnargli libertà e prosperità che, purtroppo, per colpa (come si pensa nelle tue lande), di quella “genetica incapacità ed inferiorità”, le genti del Sud non hanno saputo mettere a frutto tanto che tu, scrigno di filantropia, da allora hai dovuto accollartene il peso.
E allora voglio dirti grazie perché finalmente ho scoperto quanto “bene” hai fatto al mio ingrato Sud .

Grazie Nord:
- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud che prima dell’unità non ha mai avuto un’ identità di popolo,
ho scoperto che il Sud era nazione dal lontano 1130 e sia pure sotto diverse dinastie ha sempre mantenuto lo stesso territorio mentre tu sei stato sempre uno spezzatino di staterelli;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud povero, straccione e “affricano”,
ho scoperto che il Regno delle Due Sicilie ha portato in dote all’Italia unita oltre 2/3 della ricchezza monetaria circolante in tutti gli Stati preunitari, che c’era il maggior numero di medici per abitante, il più basso tasso di mortalità infantile mentre da te si moriva di pellagra, che c’era una bassissima pressione fiscale mentre il tuo Piemonte indebitato all’inverosimile era sull’orlo della bancarotta;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud incolto ed inefficiente,
ho scoperto che dopo l’annessione hai fatto chiudere le nostre scuole per 15 anni per poter cancellare la memoria e la cultura di un popolo di millenaria civiltà, che il S. Carlo di Napoli è stato il 1° teatro moderno costruito al mondo ed in soli 270 giorni, che a Napoli c’erano manifestazioni teatrali ogni giorno e nella tua Milano si faticava a trovarne;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud oppresso nella libertà di voce ed opinione,
ho scoperto che oltre la metà di tutte le pubblicazioni fatte negli stati preunitari veniva dal Regno delle Due Sicilie e da Napoli in particolare;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud represso dalla feroce tirannia borbonica,
ho scoperto che i re Borbone risparmiavano la vita dei dissidenti politici mentre i tuoi Savoia li mettevano alla forca; che hai appellato il nostro Re Ferdinando ll “re bomba” per aver appena accennato a bombardare la città di Messina per difendere il proprio regno ed hai chiamato “Re galantuomo” il tuo Savoia che ha bombardato Genova per annetterla al suo regno;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud arretrato industrialmente,
ho scoperto che il Regno delle Due Sicilie aveva il maggior numero di operai nelle industrie, che nel 1856 ebbe il premio internazionale come 3° Paese al mondo per sviluppo industriale e che primeggiava in tantissimi settori, scientifici e tecnologici tra tutti gli stati preunitari e spesso anche a livello mondiale e che dopo il tuo arrivo le industrie al Sud sono state chiuse e da te sono aumentate;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud con una legislazione arretrata ed una amministrazione lenta,
ho scoperto che la legislazione del Regno delle Due Sicilie era la più avanzata tra gli stati preunitari e per alcuni punti finanche più di quella francese e che lenta era l’amministrazione del tuo Piemonte catapultata a Sud e definita borbonica con un sistematico lavaggio del cervello per darne un significato negativo;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud delinquente, senza princìpi e rispetto delle norme,
ho scoperto che nel Regno delle Due Sicilie c’era un minor numero di atti delinquenziali che nel tuo Nord, che hai invaso (alle dipendenze dell’Inghilterra) il nostro florido e pacifico regno col tuo nordico massone Garibaldi in accordo con i nordici Savoia senza dichiarare guerra, corrompendo a suon di moneta e promesse di incarichi, i maggiori generali dell’esercito borbonico e facendo accordi con l’allora rozza criminalità siciliana e campana assegnandole un ruolo importante nella storia ed un potere che oggi per tuo merito mortifica il tessuto economico, sociale e politico del Sud;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud emigrante,
ho scoperto che prima dell’unità nel Regno delle Due Sicilie non esisteva emigrazione anzi era questa, terra di ospitalità e di immigrazione e che ad emigrare erano i tuoi cittadini veneti, piemontesi, ecc.;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di aver ideato e unito i fratelli italiani in un solo Stato,
ho scoperto che il concetto di Italia unita è molto più vecchio, risale al 1734 e nasce a Bitonto (Sud) con la cacciata degli austriaci, che da “fratello” hai massacrato persone (infamate col nome di briganti) ree solo di difendere la propria patria e il proprio re dallo straniero, che hai perfino sciolto nella calce viva i corpi dei nostri soldati morti di stenti nel carcere di Fenestrelle per non essersi piegati al nuovo re usurpatore, che hai messo a ferro e fuoco interi paesi bruciando vivi anche vecchi, donne e bambini inermi, che hai stuprato le nostre donne, che ci hai ingannato con un plebiscito farsa, che hai distrutto la nostra industria;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud rappresentato liberamente da propri politici,
ho scoperto che essi altro non sono che il più becero esempio di asservimento al tuo potere e per questo il Sud vero sarebbe ben lieto di disfarsene al più presto;

- perché mentre da anni mi racconti di una Roma ladrona,
ho scoperto che i tuoi imprenditori aprono fabbriche al Sud per prendersi aiuti economici e fiscali e quando questi rubinetti si chiudono sbaraccano tutto lasciando un mare di desolazione, che parli di federalismo fiscale ma vuoi tenere per te le tasse che le tue aziende devono pagare anche su prodotti e servizi venduti al Sud;

- perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud che non è mai esistito,
ho scoperto che questo Sud di oggi, ferito, oltraggiato, stuprato, deriso, umiliato, incendiato, mortificato, annullato, rapinato, furbo, mafioso, illegale, sporco, povero, arretrato, inefficiente, disaggregato, opportunista, parassita, disilluso, piagnone, emigrante e mandato a morire in guerre assurde, è solo figlio tuo, figlio di quel maledetto 1860.

Caro Nord,
questo Sud sta aprendo gli occhi, quegli occhi che tu hai voluto fossero chiusi da un mare di menzogne ed è pronto a ripudiarti. Questo Sud non è più disposto ad essere una colonia di questa Italia nordista. Non ci sono alternative, o si costruisce una vera Italia oppure non dovrai essere tu a volere l’indipendenza ma il Sud a chiederti di andartene per la tua strada e di lasciarci liberi ed io sono sicuro che il mio Sud, il Sud di tanta gente perbene a cui hai rubato anche la libertà di gridare il proprio dolore e il proprio sdegno, troverà le migliori energie per riprendere quel cammino glorioso che il tuo cinico ed avido egoismo ha interrotto.

Da ITALIANA DEL SUD, FIGLIA DI QUESTA TERRA, DISCENDENTE DAGLI ABITANTI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, NATA SOTTO IL TRICOLORE... leggendo e ascoltando le parole di questa accorata lettera ... ho avuto un momento di commozione...ripensando, anche solo per un attimo, a quante "LACRIME AMARE" abbiamo versato.
ORA BASTA!


sabato 19 marzo 2011

E dopo le celebrazioni del 150esimo... iniziamo a mettere i puntini sulle" I"

ALLA CORTESE ATTENZIONE DI TUTTI...MA SOPRATUTTO DEI MERIDIONALI
"Un popolo che non conosce la storia del proprio Paese, del proprio territorio è destinato a non capire il presente, ignorerà per sempre le ragioni per cui si trova a vivere una determinata realtà.
Quest'affermazione l'ho sempre condivisa, ma attualmente è più preponderante che mai.
La Storia dell'Unità d' Italia che ci hanno insegnato a scuola è solo "verità" edulcorata...
Credo che per diventare veramente una Nazione,anche fondata su una congregazione federale, c'è bisogno di VERITA' e assunzione di RESPONSABILITA'




UN LIBRO DA LEGGERE


La rilettura dei dati economici e sociali del Regno di Napoli tende ad
invertire i ruoli che la “storia scritta dai vincitori” assegna al Nord
“progredito” ed al Sud “arretrato e contadino” dell’Italia pre-unitaria.
In realtà fino al 1860 era la Calabria la regione più ricca ed
industrializzata d’Italia; dai cantieri e dalle industrie napoletane
uscirono la prima nave a vapore e la prima linea ferroviaria d’Europa.
L’economia borbonica primeggiava anche nella Chimica, nella
Farmaceutica, nella ricerca e nell’insegnamento universitario.
Tutto ebbe fine con “l’invasione” piemontese, che depredò il Meridione
dei suoi impianti e delle sue ricchezze (con esse vennero fondate al Nord
società come la Breda e la SIP, l’attuale Telecom).
I Borboni di Napoli, regnarono per oltre un secolo sull’Italia
meridionale e sulla Sicilia: a Ferdinando II fu proposto di diventare
Gran Maestro della Massoneria e Re d’Italia. Rifiutò. E così
probabilmente cambiò la storia italiana, che avrebbe potuto essere molto
diversa da quella “scritta” dai Savoia.
______________________________________________________________________________
Tavola del fr:. M:. P:.
Caro M. V., Cari Fratelli,
è da molto tempo che pensavo di scrivere una Tavola riferita alle origini della mia terra che amo al di sopra di qualsiasi perplessità storica.
Spero mi perdonerete se da un lato sarò costretto a raccontarvi episodi della mia vita profana… dall’altro lato, invece, tutto questo mi permette di continuare la “mia” ricerca della verità! Mi dispiace solo di non poter essere sintetico nell’esposizione dei fatti… inizio con la speranza di tenervi incuriositi, senza annoiarvi…
* * *
Avevo circa 8 anni, ero in terza elementare e tornando dalla scuola dopo alcune ore passate a studiare la storia Italiana, i moti carbonari e lo sbarco dei mille a Marsala, raccontai alla prima persona di famiglia che
incontrai e cioè mio nonno, la grandiosità di Giuseppe Garibaldi e di come questo eroe avesse conquistato l’Italia. Mio nonno mi rispose con un borbottio non bene identificato; in ogni caso capii fosse di dissenso e che mi incuriosì… chiesi spiegazioni e mio nonno cominciò il suo racconto al quale, mi appassionai, chiedendo in seguito altri particolari.
Mi raccontò che “suo” nonno, il Cavaliere Don Matteo Pagano, Tenente di Vascello e Barone di San Valentino, formatosi militarmente all’Accademia della Nunziatella a Napoli, sedeva a tavola con Re Francesco II di Borbone e quando cominciarono i disordini con l’arrivo di Garibaldi a Napoli, consigliò a Sua Maestà di imprigionare alcuni personaggi e giustiziarne altri, in quanto traditori del Regno. Francesco II non volle seguire tale consiglio affermando che non intendeva versare sangue napoletano (per napoletani s’intende tutti gli abitanti dell’allora Regno di Napoli che comprendeva parte del Lazio, da Gaeta a tutta la Sicilia).

Dopo aver ascoltato con grande interesse questo racconto ho continuato a studiare la storia d’Italia come è raccontata tuttora ma, senza dimenticare le considerazioni di mio nonno.
Circa quindici anni fa, sul Resto del Carlino, lessi un articolo. Il Carlino riportava, su alcune colonne che, un sindaco della Calabria, di un paese chiamato Soveria Mannelli, avrebbe dedicato una strada a Ferdinando I di Borbone e di conseguenza, sarebbe stato presente alla cerimonia Sua Altezza Reale, Carlo di Borbone.
Mi misi in contatto con il sindaco al quale dissi di aver appresso la notizia da un quotidiano dell’Emilia Romagna e chiesi se poteva consegnare a Carlo una mia lettera. In cambio, il sindaco mi chiese una copia del Carlino dal quale avevo attinto la notizia.
Nella lettera che fu recapitata a Carlo di Borbone, chiedevo se il racconto di mio nonno fosse verità o semplice fantasia. Dopo qualche settimana ero all’ufficio A.C.I. di Ferrara e sento squillare il mio cellulare, era il Barone Roberto Selvaggi, responsabile dell’Archivio di Stato Borbonico e Guardasigilli del Regno; mi invitava a Roma per conoscermi e colmare la sete di informazioni riguardo alla mia famiglia.
Mi disse che il mio antenato non era stato Tenente di Vascello ma Capitano della Real Marina Borbonica, promosso a 40 anni Maggiore sul campo per aver difeso strenuamente l’isola Farnese, poi rientrato a Napoli aveva tentato di organizzare la difesa della città e seguendo Sua Maestà Francesco II in ritirata, organizzò la resistenza della fortezza di Gaeta contro l’aggressore piemontese.
Questa è la premessa… a questo punto continuo la tavola citando alcune verità che sicuramente non sono conosciute dai più… in quanto, la storia è sempre stata scritta dai “vincitori” e non dai vinti…
Vi sorprenderà sapere che la Calabria fino al 1860 era la regione più ricca d’Italia. Si era sviluppata con lo sfruttamento delle miniere di ferro e di graffite; era molto industrializzata anche con la presenza sul proprio territorio dei Reali Stabilimenti di Mongiana, Pazzano, Fuscaldo, Cardinale e di Bigonci.
Oltre ai citati stabilimenti, alla tradizione agricola, a quella tessile in cui primeggiava la lavorazione della seta, vi erano anche arsenali e numerosi cantieri navali.
I calabresi impiegati nelle sole industrie erano circa di 35.000 unità. (teniamo conto che la popolazione del Regno nel 1860 era circa 9.000.000 di abitanti)
In Puglia e in Basilicata vi erano importantissimi stabilimenti di lana, cotone e lino la cui produzione era esportata in tutto il mondo. Vi erano centinaia di filande quasi tutte motorizzate. Importanti anche le fabbriche di presse olearie e di macchine agricole prodotte negli stabilimenti di Foggia e di Bari. Di notevole peso sul piano economico, anche le aziende agricole e chimiche, le numerosissime flottiglie per la pesca ed i cantieri navali.
A Barletta un’importante ed efficientissima salina riforniva di sale, tutta l’Europa. Centro di riferimento per tutto il Regno era l’attivissima Borsa di Commercio di Bari.
In Abruzzo e Molise era eccellente e notissima, la produzione di utensili, lame di acciaio, rasoi e forbici fabbricati a mano molto richiesti all’estero per la loro bellezza e funzionalità.
La produzione della carta era notevole e notevoli infine gli allevamenti pregiati di bovini e caprini che consentivano una importante produzione casearia.
La Campania nel 1860 era la regione più industrializzata d’Europa e particolarmente l’area napoletana lungo l’asse Caserta-Salerno... menzioniamo in particolare il Real stabilimento di Pietrarsa dove si producevano locomotive, carrozze ferroviarie e binari.
A Napoli, famosa anche per i cantieri navali tra i migliori d’Europa come quello di Castellammare di Stabia, c’erano fabbriche d’armi e di utensileria, aziende chimiche-farmaceutiche e aziende per la produzione della carta, del vetro, della concia di pelli, di alimentari, di ceramiche e di materiali per l’edilizia. Anche in Sicilia l’economia si basava oltre che sulla pesca, su cantieri navali, industrie meccaniche,
esportazione dello zolfo, olio d’oliva, agrumi, sale marino e vino.
Le principali correnti di traffico erano dirette per il 40% verso l’Inghilterra, l’America e altrettanto verso gli altri paesi europei.
Il Regno di Napoli terza Nazione Europea era quotato in borsa a Parigi.
Non tutti sanno che il Regno di Napoli fu il primo in Europa a mettere in mare una nave a vapore, il battello era il Ferdinando I che venne varato il 24 giugno del 1818. Il secondo in Europa, il Monky fu varato in Inghilterra nel 1822.
La prima costruzione di ponte in ferro sospeso in Italia venne posto sul fiume Garigliano nell’aprile del 1832.
Il 4 ottobre 1839 fu inaugurata la prima ferrovia in Italia, il tratto Napoli-Portici.
Dopo Londra e Parigi, Napoli è stata la terza capitale d’Europa ad essere illuminata con lampade a gas. A Napoli il 24 settembre 1852 si organizzò il primo esperimento in Italia di illuminazione elettrica, tenuto conto che la lampada di Edison fece la sua comparsa solo nel 1877.
Nel 1855 Napoli fu collegata attraverso una linea telegrafica con Roma, Parigi e Londra.
Cari Fratelli, secondo quanto menzionato, credo sia opportuno una riflessione: se, tante notevoli realizzazioni trovano spazio e terreno fertile, si deve indubbiamente ad una cultura fortemente ILLUMINATA che guardava con estrema attenzione allo sviluppo della propria Nazione… se così non fosse come mai queste opere non furono realizzate in Piemonte o dagli altri Stati preunitari?
La verità è che la complessità di queste realizzazioni presupponeva la presenza di scuole ad alto livello, di valenti tecnici, di grandi industrie e di una sana e forte economia… tutti fattori, questi, che solo il Regno di Napoli vantava in Italia… basta pensare che a Milano la prima università moderna, il Politecnico, fu fondata solo nel 1863 ed il primo ingegnere si laureò nel 1870.
A Ferdinando II furono fatte due proposte… gli fu chiesto se volesse diventare Gran Maestro della Massoneria (i suoi tutori e fidati consiglieri erano il Toscano Bernardo Tanucci e Raimondo di Sangro Principe di San Severo che noi tutti conosciamo benissimo) e in seguito, se voleva diventare Re d’Italia.
Re Ferdinando rifiutò con garbo, obiettando alla prima proposta che non “poteva” inimicarsi il Clero e alla seconda, non voleva danneggiare i vari sovrani degli Stati Italiani tra cui i Savoia con i quali era imparentato… fin quando è stato vivo Ferdinando, il Regno ha solo prosperato e non ha subito danni, i problemi sono arrivati alla sua morte in quanto il figlio Francesco non aveva la stessa forza di carattere del padre.
Infatti, appena diventato Re, Francesco II, l’Inghilterra e il Piemonte attraverso Cavour e Mazzini, tenendosi nell’ombra e per evitare di inimicarsi tutta l’Europa a cominciare dalla Russia, hanno pensato di muoversi, coinvolgendo e “sponsorizzando” economicamente Giuseppe Garibaldi, avventuriero e idealista (conosciamo tutti la fine di Garibaldi a Caprera… non ha avuto né onori né tributi).
Il Fratello Vittorio Gnocchini, Grande Storico del G.O.I. affermò in una tornata alla R. L. Giuseppe Garibaldi di Ancona che, Garibaldi è stato nominato Gran Maestro della Massoneria Italiana quando era diventato e scusate i termini, ma cito le testuali parole, “vecchio, rincoglionito e su una sedia a rotelle”.
Consentitemi una affermazione di Garibaldi e che pochi conoscono… disse il Generale: “Se solo avessi immaginato, quale terribile fine avrebbe fatto il Regno di Napoli ed i Napoletani, mai mi sarei adoperato ad unificare l’Italia”… questa affermazione la fece in seguito alle notizie che gli giungevano a Caprera sulle nefandezze compiute da alcuni… siamo finalmente arrivati alla storia recente dei “nostri giorni”… Frequentando qualche “Circolo Borbonico” ho sentito spesso parlare, forse a torto, di rivoluzione Massonica interna al Regno e senza la quale non sarebbe stata possibile l’invasione.
Ricordo che, qualche anno fa, durante un convegno a Cento sulla figura di Ugo Bassi, uno dei relatori, lo storico Fulvio Conti, affermò che l’unità d’Italia, il periodo storico che ricordiamo come Risorgimento non fu opera della Massoneria in quanto, a parte qualche piccola setta segreta che nulla aveva da spartire con noi, i Massoni, non c’erano.
Personalmente mi sono sempre RIFIUTATO di credere che Massoni Napoletani combattessero altri Napoletani… mi sono sempre RIFIUTATO di credere ad un intervento Massonico in quanto, con i sacri principi che reggono la Massoneria Universale, non avremmo potuto essere complici di crudeltà compiute da Vittorio Emanuele di Savoia, per giunta non Italiano ma Francese e per niente galantuomo e dal Generale
Cialdini, definito macellaio da molti, per la deportazione di circa 50.000 Napoletani al carcere di Fenestrelle e per la morte di 1.000.000 circa di altrettanti Napoletani.
Gli invasori, con le loro azioni di ruberie, hanno causato il conseguente impoverimento del Sud a cominciare dalle industrie meccaniche di Pietrarsa depredate di tutti i macchinari e che dopo qualche anno sono rinate, dando vita alle industrie BREDA al nord.
Di conseguenza una sorte simile toccò anche al tesoro Napoletano stimato in circa 400milioni di ducati, cifra enorme per l’epoca (considerando che il bilancio del Piemonte e Sardegna assieme era di circa 15 milioni di ducati) e con il quale furono fondate società come la S.I.P. che noi abbiamo conosciuto fino a qualche anno
fa come l’attuale TELECOM ed era l’acronimo di Società Idroelettrica Piemontese.
I Borboni di Napoli, regnarono per oltre un secolo sull’Italia meridionale e sulla Sicilia, dall’ascesa di Carlo III nel 1734 alla fine del Regno con Francesco II nel 1860.
Le testimonianze più notevoli del periodo sono: dalla Reggia di Caserta al Teatro San Carlo, agli scavi archeologici di Ercolano e Pompei, ai laboratori di porcellana della Reggia di Capodimonte che, con certezza è stato sinonimo di una dinastia grandiosa e ILLUMINATA.
Ritornando al mio antenato, sono convinto che forse non gli farebbe piacere se sapesse che sono orgoglioso di essere Massone… ma ho desiderato di diventarlo affascinato e convinto dai nobili ideali della Fratellanza Universale… ed è proprio in virtù di questi principi che presento sommessamente le mie considerazioni a quanto esposto:
Cari Fratelli sono anni che mi ripeto le medesime domande: Fulvio Conti, storico dell’Unità d’Italia conosciuto al convegno di Cento affermò che, il Risorgimento non è stato opera della Massoneria. Invece, altri affermano che la Massoneria è stata l’artefice nell’unificazione Italiana… allora, quale è la verità?
Perché la Massoneria quando ha deciso di appoggiare la nascita dell’Unità d’Italia non ha dato vita ad una Repubblica? Perché ha preferito un Re di origine Francese e non un Presidente Italiano? La Massoneria è stata forse raggirata dall’Inghilterra, da Vittorio Emanuele con minacce di rappresaglia o la Massoneria dell’epoca di cui parliamo era diversa?
In ogni modo non intendo mettere in discussione le ragioni o i torti dei vari personaggi e delle varie istituzioni che hanno contribuito alla caduta del Regno di Napoli, ma, uno dei principi fondamentali che contraddistingue la nostra Grande Istituzione è la ricerca della verità ed io, ricerco la verità, se non altro per
riscrivere parte di storia e ridare al sud la dignità che è anche la mia e che gli è stata usurpata con la scusa dell’Unità d’Italia.
Con il Triplice Fraterno Abbraccio a tutti!



QUESTO MIO POST NON VUOLE METTERE IN DISCUSSIONE L'UNITA' D' ITALIA (io sono nata sotto il tricolore, come tutti voi)MA VUOLE SOLO RIBADIRE CHE C'E' BISOGNO DI VERITA' STORICA, solo partendo da quella possiamo davvero diventare un POPOLO LIBERO e AUTODETERMINATO.
BASTA CON LE DENIGRAZIONI DEI LEGHISTI,IPOCRITI IGNORANTI...noi abbiamo subito l'invasione e la depredazione ... di cosa hanno da lamentarsi?

Siete venuti a combattere da uomini liberi,
e uomini liberi siete: senza libertà
cosa farete?
Certo chi combatte può morire,
chi fugge resta vivo, almeno per un po'…
Agonizzanti in un letto fra molti anni,
siete sicuri che non sognerete
di barattare tutti i giorni che
avrete vissuto, a partire da oggi,
per avere l'occasione, solo un'altra
occasione, di tornare qui sul
campo ad urlare ai nostri nemici
che possono toglierci anche
la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà"

William Wallace

lunedì 14 febbraio 2011

Pordenone. Proposta choc della Lega: «La Electrolux licenzi solo gli stranieri»

Il capogruppo in Regione si appella al sindacato e motiva
la proposta: «I nostri producono ricchezza da generazioni»

Danilo Narduzzi (Lega Nord) e l'interno della Electrolux

PORDENONE - La proposta è di quelle che faranno discutere, dividono e sollevano polemiche perchè per alcuni la linea di confine con la discriminazione si confonde, per altri è già superata. Ma Danilo Narduzzi, pordenonese di Roveredo in Piano, capogruppo della Lega Nord in consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, non ha dubbi: «Se proprio sarà necessario arrivare agli esuberi Electrolux, allora la scure dei tagli non si abbatta sui lavoratori pordenonesi. Se qualcuno deve andare a casa e perdere il lavoro, siano gli stranieri».

Dritto al bersaglio, senza tergiversare, il leghista apre anche un altro fronte e sulla sua proposta chiede alleanze. Pure al sindacato. «Mi rivolgo proprio alle organizzazioni sindacali e alla giunta regionale - spiega - per proporre un patto di solidarietà a tutela dei lavoratori. Naturalmente - va avanti - a iniziare dai cittadini locali. Non sarebbe ammissibile scaricare la crisi sulle spalle dei pordenonesi. Se proprio sarà necessario intervenire sugli organici - affonda - siano preservati i nostri concittadini».

Il capogruppo padano motiva anche la sua scelta abbassando l’asticella della tolleranza. «Tutti gli statisti, negli ultimi anni, hanno applicato lo stesso paradigma che punta alla tutela dei cittadini autoctoni: la differenza è che se lo fa Obama, si parla di una misura necessaria in tempi di crisi, se lo propone qualche altro soggetto si levano le solite accuse di razzismo. Chiedo ai sindacati di farsi portatori delle istanze dei nostri lavoratori. Dal punto di vista sociale è l’unica via percorribile».

Narduzzi auspica anche la collaborazione delle organizzazioni sindacali. «Cisl, Uil e Cgil e tutte le altre sigle sindacali formino uno schieramento compatto a difesa dei lavoratori italiani anche perchè le multinazionali, come da prassi ormai consolidata, si insediano in un territorio, ne prosciugano la forza lavoro e si trasferiscono poi in Paesi dove maestranze e manodopera costano meno. In pratica arrivano, realizzano lauti profitti ma, alla prima difficoltà, sono pronti a rifilare i costi sociali al territorio. È inaccettabile. Credo che su questo i sindacati e il mondo politico, indipendentemente dalla collocazione, debbano alzare la testa. I nostri lavoratori, che da diverse generazioni producono ricchezza per il Paese e per il nostro territorio, devono necessariamente essere tutelati. È chiaro che sarebbe auspicabile scongiurare qualunque ipotesi di licenziamento in termini assoluti - conclude Narduzzi - ma è altrettanto evidente che, se dovessimo arrivare a una razionalizzazione, non potranno essere i nostri lavoratori a subire i contraccolpi di questa crisi».

BENE...BRAVI... BIS
Ma non sarebbe invece molto più giusto che questo signore(???) anzichè sparare a zero e trovare queste "illuminanti" soluzioni da"Terzo Raich"(è forte come espressione ma è per rendere meglio l'idea) si impegnasse con la ELETTROLUX a cercare una soluzione per risolvere la crisi nell'interesse di tutti i lavoratori perchè,credo che gli extracomunitari, come vengono definiti, non siano la maggioranza degli operai e poi se sono stati assunti significa una sola cosa , che c'era bisogno di mano d'opera e che a molti dei pordenonesi non interessava quel lavoro... e poi con che coraggio si butta una persona fuori dicendogli:" tu sei licenziato perchè sei nato in Africa" ... (BRRRRRRR)Una domanda ed una riflessione: quando gli italiani sono partiti durante le grandi migrazioni transoceaniche (" partn e bastiment") e durante le migrazioni nel nord Europa, hanno ricevuto simili trattamenti? E se anche li avessero ricevuti,ci si comporta allo stesso modo? Mi risulta che moltissimi partirono anche dalle regioni del nord... è vero, oppure mi confondo? A quando le carrozze dei treni per gli immigrati?
Capisco che il problema si fa sentire... ma davvero questa vi sembra la soluzione giusta?
E se la Electrolux decidesse di delocalizzare ...magari in Africa?
E la "razza ariana" fosse costretta ad emigrare.. . per un tozzo di pane?
Ragazzi... stiamo davvero esagerando.
Datevi una regolata. O qui affonda tutto, l'umanità distrugge se stessa e ritorna allo stato bruto.
"L'uomo è uomo quando non è testardo. Quando capisce che deve fare marcia indietro e la fa. Quando riconosce un errore commesso, se ne assume le responsabilità, paga le conseguenze e chiede scusa. Quando riconosce la superiorità di un altro uomo e glielo dice. Quando amministra e valorizza nella stessa misura tanto il suo coraggio quanto la sua paura." (da "Il Sindaco del Rione Sanità" Eduardo De Filippo)

Un pò di cambiamenti

Curando un altro blog di politica "La sinistra che Vogliamo " insieme ad un gruppo di amici blogger,questo blog è in effetti una "fotocopia" dell'altro.Per tale motivo ho deciso di apportare alcuni cambiamenti soprattutto nei contenuti.
La politica analizzata criticamente,secondo il mio punto di vista, sarà sempre presente ma,accanto ad essa cercherò di discutere anche di altre tematiche che riguarderanno la società e l'individuo,il pensiero speculativo antico e moderno,i problemi del nostro tempo che possono anche travalicare il campo della politica come "fatto" in se.
Spero di essere compresa da chi mi legge
B L O G I N
R I S T R U T T U R A Z I O N E

VASCO ROSSI _BASTA POCO_